18 febbraio 2010

Conoscersi per accogliersi

Villa della famiglia Borromeo sull'Isola Bella nel Lago Maggiore

Non sempre si attracca in posti accoglienti: a volte persone o situazioni non ci lasciano possibilità alcuna di attraccare e di scendere nella loro terra, in pace!

A volte, siamo talmente siamo arroccati in noi stessi chiusi e incasinati, impauriti e feriti che siamo come castelli continuamente pronti alla difesa di noi stessi. Non ci sono fessure, non ci sono appigli ne spiragli di passaggio. Non c'é cosi scambio di niente, non c'é possibilita di una conoscenza diversa dal guardarsi reciprocamente da lontano - anche se magari siamo compagni di scrivania o vicini di casa - con paura ed indifferenza - ognuno guardando dal suo spazio, uno dalla propria barchetta e l'altro dalla finestra del proprio castello! - e allora non c'é festa, non c'é accoglienza, non c'é intesa, non esiste fratellanza. Ognuno se ne ritorna alle proprie cose senza essersi lasciati niente gli uni degli altri, senza essere stati un dono reciproco, nella semplicità.

E stiamo ben attenti a non scambiare l'accoglienza col "fare affari"!

Fare affari significa sorridere e stringere la mano: ma non si parla d'altro se non degli affari stessi e non ci si mostra per quel che si è ma si mostra quel che conviene far vedere per vendere o acquistare - è come attraccare un attimo su qualche spiaggetta laterale del castello per vendere o acquistare perline ma giusto il tempo necessario alla trattativa, per poi tornare ognuno velocemente ad inseguire i propri scopi!

Accogliere è ben altra cosa: vuol dire aprirsi, far entrare, mostrarsi per quel che si è - nel bene e nel male, senza nessuna paura - ed allo stesso tempo accettare, ricevere quel che ci viene dato, far posto per l'altro, scambiare qualcosa di vero che sia qualcosa di più di un oggetto, una moneta, un comando dato o eseguito, un consiglio elargito o ricevuto.

Accogliere è aprire le finestre del proprio castello per far entrare la luce e preparare una bella cena per chi approderà alla spiaggia vicina - chiunque esso sia! - e condividere quel che di più bello abbiamo - dentro e fuori!

Accogliere vuol dire donargli una stanza del nostro castello - donargli un posto dove dormire dentro di te, dove trovarti sempre! Permettergli di venire a disturbarti anche alle 3 di notte senza nessun problema, fare colazione assieme, prestargli, se necessario, la propria barca per raggiungere le isolette vicine.

Accogliere vuol dire scendere dalla finestra del proprio castello e fare un giro sulla barca dell'altro per poi invitarlo a ristorarsi nella nostra reggia, al calore del nostro caminetto, come se fosse il nostro più caro amico d'infanzia.

Accogliere vuol dire aprirsi a chi può raggiungere con la sua barca il nostro castello ed imparare a farsi accogliere dai castelli chiusi degli altri. Cercare di aprire il nostro castello innanzitutto, per essere accolti anche negli altri castelli ed entrare così gli uni negli altri - gli uni nelle vite degli altri - per guardarsi da vicino, anche se siamo lontani - riscoprendosi uguali pur nelle diversità - e per sentirsi vicini - davvero vicini - a chi è sempre intorno a noi, quotidianamente.

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