7 febbraio 2009

Come sabbia fra le mani

Quante volte vi è capitato di andarvene a letto baldanzosi, contenti, strafelici... e di risvegliarvi la mattina accorgendovi che tutto quel castello su cui la sera si era basata la tua esaltazione già non esisteva più?

Era solo un miraggio! Un'altra stupida e maledetta illusione!

E ci si ritrova ancora con solo la sabbia fra le mani... sabbia che sembrava, la sera prima o qualche tempo prima, mattoni piedi di cemento su cui costruire chissà che cosa.

Paura, maledetta paura che possa accadere ancora.

Le illusioni, dopo che sono passate, ci lasciano ancor più vuoti di come ci hanno trovato. E non si vive affatto di illusioni ma di solide realtà.

Di realtà tangibili, dimostrabili, mostrabili, toccabili, di realtà vissute e vivibili.

Solo buone notizie: solo solide realtà!

Ma del resto la vita è tutta un giro folle fatto sulla lama di un coltello: non ci vuole niente per farsi male, per scivolare leggermente, per cadere, per ferirsi, per sbucciarsi le ginocchia o sfracellarsi la faccia.

La vita è assurda: non ci sono mai garanzie di niente! Viviamo cercando di accaparrarsi e costruirsi sicurezze e certezze ma, prima o poi, queste pseudo-certezze crollano inesorabilmente su se stesse come le torri gemelle colpite da qualche aereo attentatore - ma com'è possibile eppure erano altissime e ben costruite! - e si rimane cosi solo con le macerie fra le mani, sulla faccia, accanto a noi, dentro ai nostri giorni.
Se il Signore non costruisce la casa,
invano vi faticano i costruttori

Se il Signore non custodisce la città,
invano veglia il custode.
Invano vi alzate di buon mattino
e tardi andate a riposare
e mangiate pane di sudore:
il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. (Salmo 126)

Perchè dunque vivere una vita nell'affanno? Che senso ha? Che gusto c'è?

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